• Artista: Actress (Darren Jordan Cunningham)
  • Titolo: “Statik
  • Uscita: 7 giugno 2024
  • Etichetta: Smalltown Supersound.
  • Genere: Ambient, Ambient Techno.
  • Durata: 11 brani, 48 minuti.
  • Paese: UK Londra, Norvegia Oslo.


Darren J. Cunningham, è emerso come voce di spicco della musica elettronica, attirando paragoni con artisti come Lee Gamble e Laurel Halo. Le sue produzioni prendono spunto dalla techno di Detroit, dall’Hip-hop, dall’Electro nonché dalla Dub, Jungle e Rave di registro “brit”.

Appena reduce dall’uscita di “88” (“LXXXVIII” per Ninja Tune Records) a novembre 2023, in giugno 2024 pubblica “Statik” con la Smalltown Supersound (etichetta norvegese), fornendo un evidente cambio di marcia.

Trasferendosi nella capitale norvegese, anche le palette di colore adottate in “Statik” riflettono uno spettro cromatico differente, forse più vicino alla terra che lo ospita. In questo disco abbandona molte delle influenze Jazz e Hip-Hop che lo caratterizzano.

Con tinte e sfumature di un stesso colore, in meno di un anno Cunningham produce un disco ambient notevole. Abbandona beat profondi e ritmiche nette per una maggiore fluidità sonora mantenendo l’oscurità tipica della sua produzione.

Apre con una traccia dal titolo “Hell” e ciò che sento sembra una ricerca di sintonia, della frequenza giusta o dei disturbi radiofonici, forse l’inferno per un DJ Producer come lui.

Per ottenere un primo elemento da musica da club dobbiamo attendere “Rainlines” nella quale utilizza una cassa in quarti ma sceglie una soluzione delicata che rimane praticamente in secondo piano. In “Doves Over Atlantis” adotta un ground loop, alzandone e abbassandone il volume, come base sulla quale sviluppare dei pad sonori… un pazzo!

Questo disco ci racconta di uno scenario velato, coperto, quasi congelato. Mette in disparte la vena dello “scienziato pazzo” alla console e decide di intraprendere una via, sebbene non senza asperità, più rassicurante delle precedenti produzioni dove loops di voci inquietanti e altri frammenti rendevano tutto piuttosto estraniante.

Le tinte di “Statik” sono più tenui, fredde e spesso scure come da stile Actress. Meno intensità e nettezza rispetto a “88” ma di grande raffinatezza. Actress ha l’accortezza di non estendere troppo la durata di questi pezzi riuscendo così a bilanciare le poche variazioni dinamiche (Statik) con la durata non eccessiva, altrimenti l’effetto noia avrebbe quasi certamente penalizzato il disco.

Actress è ancora all’apice delle sue capacità, e su “Statik” non compie passi falsi, qui si accontenta di stare in disparte, di mettere in secondo piano le sue idee più stravaganti e di essere semplicemente molto bravo.



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